Lo smaltimento di alcuni rifiuti residui dei processi di produzione, tramite termovalorizzazione, e il processo di depurazione delle acque reflue industriali, attraverso l’uso di un efficace impianto biologico, costituiscono solo due esempi dell’attenzione riservata agli aspetti ambientali connessi con la produzione delle banconote.
Già dalla fine degli anni ottanta, la Banca d’Italia ha scelto di non procedere più alla distruzione in loco, tramite combustione (inceneritore), delle banconote logore. Atteso che la presenza di materiali inquinanti come gli inchiostri e i metalli pesanti non permetteva di procedere al riciclo delle materie prime, si è così deciso negli ultimi anni di provvedere allo smaltimento delle banconote logore e degli scarti di lavorazione tramite triturazione e invio a un impianto termovalorizzatore esterno con recupero di energia. Tale nuova modalità ha contribuito significativamente a minimizzare gli impatti ambientali di uno stabilimento industriale che, diversamente dal momento del suo insediamento, risulta ormai collocato in pieno centro urbano.
Nella stamperia è presente inoltre un sofisticato impianto di depurazione dei reflui basato sulla combinazione di trattamenti chimici, fisici e biologici degli scarichi industriali che, come detto, contengono inchiostri e metalli pesanti e che, dopo il trattamento, sono depurati al punto che le parti liquide possano essere immesse nella pubblica fognatura.
Per garantire ulteriormente l’efficacia della depurazione, i rifiuti liquidi vengono analizzati dal laboratorio chimico interno con frequenza settimanale e, periodicamente, controllati a cura di un laboratorio esterno che ne attesta il rispetto dei parametri di legge. I fanghi (la parte solida dei rifiuti) come per gli altri insediamenti industriali, sono inviati allo smaltimento come rifiuti speciali. A testimonianza della varietà e dell’alta professionalità del personale del Servizio, entrambi gli impianti sono gestititi da dipendenti specializzati che ne curano anche la manutenzione.